- Creato: 31 Ottobre 2016
2 Novembre 2016
Da giovani ci si pensa eterni e invincibili. Il giorno riservato alla commemorazione dei defunti è visto come un dovere quasi fastidioso da adempiere svogliatamente.
Del resto il mistero della morte nei cimiteri tramutati in serre ricche di colori sgargianti mal si adatta alla riflessione.
Gli anni che passano lasciano inevitabilmente molti vuoti intorno a noi.
E sono tante ormai le anime che ci circondano di affetto e di premure. Sono presenti a volte dolorosamente, con rimpianto.
Ci chiediamo tante volte come avremmo potuto godere di più della loro presenza. Come le avremmo potute accogliere di più, abbandonando tanti orpelli e tante faccende. Tante cose da fare, pensando sempre che ci sarebbe stato tempo “dopo” per ascoltare.
Come i nostri cari che ci hanno preceduto hanno lasciato una traccia importante nella nostra vita, anche noi dovremmo preoccuparci di operare per tramandare cose buone che non finiscano in polvere. Sforziamoci di non perdere tempo nelle inutilità di una vita sterile. Dobbiamo lasciare una buona traccia, così come ci insegna la nostra Fede.
I nostri morti ci indicano la strada per recuperare l‘umanità e la civiltà che sembrano smarrite: ascoltiamoli!