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2 Novembre 2016

 


2 Novembre 2016

 

 

 

Da giovani ci si pensa eterni e invincibili. Il giorno riservato alla commemorazione dei defunti è visto come un dovere quasi fastidioso da adempiere svogliatamente.

Del resto il mistero della morte nei cimiteri tramutati in serre ricche di colori sgargianti mal si adatta alla riflessione.

Gli anni che passano lasciano inevitabilmente molti vuoti intorno a noi.

E sono tante ormai le anime che ci circondano di affetto e di premure. Sono presenti a volte dolorosamente, con rimpianto.

Ci chiediamo tante volte come avremmo potuto godere di più della loro presenza. Come le avremmo potute accogliere di più, abbandonando tanti orpelli e tante faccende. Tante cose da fare, pensando sempre che ci sarebbe stato tempo “dopo” per ascoltare.

Come i nostri cari che ci hanno preceduto hanno lasciato una traccia importante nella nostra vita, anche noi dovremmo preoccuparci di operare per tramandare cose buone che non finiscano in polvere. Sforziamoci di non perdere tempo nelle inutilità di una vita sterile. Dobbiamo lasciare una buona traccia, così come ci insegna la nostra Fede.

I nostri morti ci indicano la strada per recuperare l‘umanità e la civiltà che sembrano smarrite: ascoltiamoli!

Questione di cuore

 


Questione di cuore

 

 

 

Il tema dell’accoglienza è spinoso.

Ormai abituati alle immagini terribili e quotidiane dei barconi che scaricano migliaia di disperati sulle nostre coste non ci si ferma nemmeno più a pensare al nocciolo della questione.

E’ sicuramente un tema politico per cui chiediamo alle Istituzioni una soluzione valida ma che non ci disturbi troppo, presi come siamo dai nostri problemi personali.

Guardiamo distrattamente i visi di questi disgraziati ai quali ormai resta solo la vita. Lontani dai loro affetti e dalle loro misere realtà. Ci chiediamo cosa possano pensare di trovare qui, dove vengono accolti con sufficienza e con fastidio. Li additiamo come i responsabili di tutte le nostre miserie. Li incolpiamo di essere loro la causa della nostra mancanza di lavoro. Di essere i fautori di tutte le malefatte possibili.

Eppure sappiamo benissimo come siano sfruttati, vilipesi, lasciati a se stessi nei centri di smistamento dalle nostre lungaggini burocratiche. L’Europa assente che si barrica dietro a muri spinati.

Sappiamo come l’industria del malaffare si occupi di loro arricchendosi alle loro spalle. Non solo i trafficanti che li imbarcano sulle carrette ma anche chi li smista come bestiame, chi li illude e li spreme.

E noi? Noi che ci diciamo Cristiani? Forse possiamo fare poco dal punto di vista pratico ma il nostro cuore è aperto, pronto ad accogliere, forte del nostro Credo Evangelico? Cosa ci insegna Cristo a questo proposito?

Aiutare i fratelli in Eritrea ed Etiopia è lo scopo della nostra Associazione. Non è certo per dire “state a casa vostra” ma perché sappiamo, per avere avuto esperienza diretta, di come è grande la miseria di chi resta in Africa. Di come sia difficile avere il cibo. Di come sia difficile ambire ad una vita decente potendo frequentare una scuola, difficile, a volte impossibile avere le cure mediche basilari.

Ci battiamo con passione da anni per fronteggiare queste difficili realtà. Abbiamo raggiunto obiettivi con l’aiuto di tanti amici e sostenitori e abbiamo progetti futuri che non sono impossibili. Noi ce la mettiamo sempre proprio tutta.

Ci vogliamo sentire Cristiani nel profondo, con le azioni non solo con le parole. Tutti insieme possiamo molto. Sconfiggiamo l'indifferenza apatica di chi guarda i problemi altrui con fastidio. Ne trarremo vantaggio prima di tutto noi stessi.

Stiamo preparando parecchie iniziative: tenete d’occhio il sito, facebook e il passa parola: ci contiamo!

       Grazie.

Cambiare idea.

 


Cambiare idea

 

 

 

 "La maggior parte di coloro che pensano di cambiare idea, in realtà non ne hanno mai avuta una".

Per mutare il proprio convincimento è necessario averne uno che sia autentico.
Molti cambiano semplicemente casacca per convenienza personale: è il caso esemplare di tanti politici che ammantano i loro passaggi di schieramento con sofismi ideali, mentre il più delle volte è solo per ottenere una poltrona o uno strapuntino alla mensa del potere e dell’interesse individuale.
Altri invece non avendo un pensiero proprio né una certezza si affidano alla deriva dei luoghi comuni e delle mode, passando talora da un estremo all’altro.
Bisogna allora ribadire la necessità non solo di arredare la nostra mente con qualche idea a caso, ma anche di impegnarsi seriamente a trovare ragioni che spieghino a noi stessi e agli altri il perché di certe scelte.
Certo, dobbiamo essere pronti con la stessa serietà a mutare convinzione quando essa si riveli debole, dubbia e persino erronea.

(Gianfranco Ravasi da “ I pensieri del mattino”)

 2 ottobre 2016 - Festa dei nonni

Missionari.

 

  

 

I nonni, un grande dono

 

  



Se mamma non ha tempo di darvi sempre retta, se anche il vostro babbo è sempre un po’ di fretta…
Sappiate, ciò succede in tutte le famiglie: son tante le incombenze e il tempo spesso stringe.

Il lavoro, la famiglia, pulire e cucinare… E il compito difficile di accudire e di educare.
E’ scomodo punire ed essere severi, ma a loro tocca oggi… A noi nonni è toccato “ieri”.

Adesso i nostri compiti son molto differenti: saremo disponibili, amorevoli e accoglienti.
Dedicheremo tempo ad ascoltarvi e consolarvi, se avrete un dì un problema noi potremo anche aiutarvi.

Con noi voi scoprirete il meccanismo delle cose, insieme le giornate non saranno mai noiose.
Saremo in vostro aiuto con saggezza ed esperienza ed ogni spiegazione vi daremo con pazienza.

Potremo anche insegnarvi i tanti nomi delle piante, di storie ne sappiamo e ne inventeremo tante.
Faremo insieme l’orto, pianterem delle verdure, potremo anche raccogliere le fragole mature.

Faremo un bell’impasto e inforneremo un grande pane, ne mangeremo tanto, finché passerà la fame.
Poi canteremo insieme, imparerete antichi balli e ci scateneremo in un frenetico alligalli.

Con voi ci sentiremo meno adulti e più bambini e costruiremo case con coperte e con cuscini.
Potremo organizzare se volete anche una gita, vi insegneremo inoltre anche i valori della vita.

Andremo ad osservare in uno stagno dei girini, avremo tanto tempo anche per coccole e bacini.
Se il cuore avrete in pena, venite senza indugio, il nostro grande abbraccio potrà essere un rifugio.

Se squillerà il telefono e ci direte “Ti voglio bene”, saremo meno soli anche quando non siamo insieme.

Serena Riffaldi

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