Laudato sii... (parte seconda)
Il nostro pellegrinaggio
sulle orme di San Francesco
Sveglia e colazione. Una quindicina di torte, oltre al resto tipico delle colazioni all’italiana... cominciamo proprio bene!
Soddisfatti partiamo alla volta di Assisi.
La Basilica di Santa Maria degli Angeli si erge al di fuori delle antiche mura. Maestosa e bellissima conserva nel suo interno la chiesetta della Porziuncola. Venne restaurata da Francesco che in questo luogo comprese chiaramente la sua vocazione e fondò l’Ordine dei Frati Minori.Qui il Poverello radunava ogni anno i suoi frati nei Capitoli, per discutere la Regola, per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il Vangelo nel mondo intero.
E’ un luogo commovente perché è proprio questa semplicità che ci riporta allo spirito francescano. No magnificenze barocche, no baluginare di ori, solo spirito, sacrificio, preghiera. Nel clangore della nostra vita appare tutto così difficile. Chiediamo aiuto a san Francesco e preghiamo per i nostri ammalati.
Una rapida visita al Roseto che fiorisce senza spine e ripartiamo.
Raggiungiamo in modo un po’ rocambolesco l’Eremo delle Carceri. Poichè i pullman e le macchine sono interdette ci serviamo dei taxi.
E’ il luogo in cui san Francesco e i suoi seguaci si ritiravano per pregare e meditare, un luogo immerso in un bosco di lecci al quale sono associati molti racconti di miracoli. Scendendo una ripida scalinata, dal convento si arriva alla grotta di san Francesco dove il letto di nuda pietra sul quale dormiva ci ricorda con forza la povertà assoluta della sua regola.
La Santa Messa è celebrata da un giovane francescano che nell’omelia ci esorta ad essere strumenti che arginano il male. Dio solo sa quanto ci sia bisogno di questa forza nel mondo! Dobbiamo attingere dalla Santa Messa la ferma convinzione di trasformare la nostra vita, lasciare le nostre logiche e metterci al servizio per portare il nome di Gesù nel nostro quotidiano.
Pensiamo al grande senso missionario di queste parole. Perché questo è lo spirito della nostra Associazione. Spirito che ci sforziamo di vivere lavorando con intensità. Tutti noi pensiamo alla nostra Marta. Non lo sappiamo ma ci lascerà due giorni dopo il nostro ritorno a casa. Qui ad Assisi la sentiamo vicina e preghiamo per le sue sofferenze.
Dopo pranzo ritorniamo in centro incamminandoci (letteralmente una faticaccia!) verso il santuario di San Damiano.
La Chiesa di S. Damiano è molto antica e fu qui che S. Francesco ricevette questo messaggio dal crocifisso: " Francesco va e ripara la mia casa che cade in rovina". Vendette tutti i suoi averi ed acquistò il necessario per riparare quella dimora. Santa Chiara visse qui dal 1211 al 1253. È proprio qui che San Francesco ormai stanco fisicamente e malato, riposò per qualche tempo e vi compose il famoso " Cantico delle Creature " .
Vediamo il luogo dove santa Chiara morì, la copia del famoso crocifisso (l’originale è conservato nella Basilica di santa Chiara), il refettorio con gli antichi tavoli, i muri anneriti, i pavimenti nudi. Tutto ha l’aria essenziale di chi usa la vita per dare gloria solo a Dio.
Ci incamminiamo per raggiungere la Basilica Papale non prima di avere fatto tappa in Santa Chiara.
Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad indicare il luogo in cui voleva essere sepolto. Si tratta della collina inferiore della città dove, abitualmente, venivano sepolti i "senza legge" A due soli anni dalla sua morte Francesco venne proclamato Santo e si iniziò la costruzione della Basilica che accoglie la sua tomba.
E’ un capolavoro. Sostiamo incantati nella Basilica Superiore per ammirare naso all’insù gli affreschi di Giotto che narrano la vita del Santo. Sgomenti pensiamo a quel non lontano 26 settembre del 1997, alle 11.42, quando una forte scossa di terremoto colpì l'Umbria e le Marche, causando, oltre a danni ingenti alle case e vittime tra la popolazione, il crollo di parte degli affreschi e delle volte della Basilica Superiore. La ricostruzione non è stata facile anche per via delle tecniche usate da Cimabue nei suoi affreschi ma il risultato risulta perfetto ai nostri occhi.
Dalla Chiesa Inferiore scendiamo alla tomba del Santo. Anche qui un luogo volutamente spoglio che invita alla preghiera e al raccoglimento.
Con il cuore gonfio di emozioni ritorniamo nel nostro “buen retiro” per la cena e la notte.
A questo punto non consideratemi blasfema... ma la cena è stata se possibile ancora superiore alle aspettative. Anche in onore di Igor, Olivia e la loro bimba Lila. I nostri amici di Assisi fanno da tramite col Nepal per procurarci le materie prime per i monili, pezzi forti dei nostri stand di vendita.
E adesso: buona notte.
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