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Giornata contro i femminicidi e la violenza sulle donne

25 novembre 2013



Giornata contro i femminicidi

e la violenza sulle donne



C’è stato un tempo del silenzio: quando le donne subivano zitte e di delitti e botte non si parlava.

Un tempo dell’attenzione: in cui il femminicidio, la violenza sulle donne e i maltrattamenti in famiglia, da fatto privato sono diventati un fatto pubblico e politico.

Un tempo del confronto: quando il decreto e la legge hanno diviso tra approvazione e contestazione, ma scatenato pure utili dibattiti per comprendere.

E c’è stato un tempo dei numeri: quello della semplificazione e del negazionismo.

E’ arrivato ora il tempo del pensiero e dell’azione. Il tempo “oltre la violenza”.

Perché cambiare si può. Siamo passati da disattenzione e inerzia giustificata come si fa con i fenomeni naturali, a una sensibilità nuova.

(…) Molti appuntamenti si stanno moltiplicando in questo 25 novembre. E ora tocca a tutti noi fare in modo che non resti la “celebrazione” di una sola giornata in cui tutti si dichiarano contro. Ma che sia un giorno di pensiero e spunti a cui ne seguano altri 364 di azioni. E cambiamenti. 

(Dal Corriere della Sera - 24 novembre 2013 - Luisa Pronzato)

Dai il meglio di te

 



Dai il meglio di te






L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO

Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE

Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI

Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE

L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO

Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI

Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA

Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE

(Madre Teresa di Calcutta)

Io l'ostacolo l'ho superato

 




Io l'ostacolo l'ho superato!






 

Essendo una persona molto insicura, molte volte mi sono chiesta: "Saro' in grado di organizzare qualcosa per l'associazione?".

L'occasione per capirlo mi è stata data durante una riunione dei soci fondatori che, una volta al mese, viene fatta per i vari aggiornamenti e per programmare i lavori che ci sono durante l'anno.

Uno dei temi era quello di cercare un posto dove poter allestire la mostra fotografica missionaria.

Dopo averci riflettuto un pò ho pensato che un posto fattibile poteva essere all'interno della chiesa di S. Monica ad Ospiate.

E' vero, mi sono posta molte domande e sinceramente, mi sono anche data delle risposte, ma poi mi sono detta: "Chiedi Ivana, eventualmente ti dicono di no!".

Una sera, con Enrico, Ivano, Tiziana e Don Enrico, ci siamo trovati a casa mia, per parlare di questa cosa e con un po' di timore, ho domandato, sarebbe meglio dire abbiamo, al "Don" se ci dava la disponibilità. Certo, ho esposto anche i miei dubbi e lui, in parole semplici mi ha detto: "Per me non ci sono problemi, si potrebbe fare durante la giornata missionaria parrocchiale. Controllo che non ci sia nient'altro quel giorno, perchè io ho sempre detto che voglio un'associazione alla domenica e non di piu'".

Infatti, dopo aver controllato il tutto, il "Don" ci ha avvisato che potevamo fare sia la mostra fotografica, sia la testimonianza il 19 e il 20 ottobre durante le Sante Messe.

Mi sono impegnata per organizzare il tutto, ho chiesto collaborazione anche a persone che non fanno parte della mia associazione, perchè è giusto che sia così.

Ero contenta alla fine, di tutto quello che ero riuscita a costruire.

Un "OSTACOLO" l'ho superato, forse comincio a credere in me, credo nelle mie capacità, credo che tutto quello che faccio non lo faccio per danneggiare gli altri ma semplicemente perchè mi voglio far conoscere per come sono.

Certe volte gli "ostacoli" ce li mettiamo da soli, impedendo agli altri di vedere come realmente siamo.

Queste poche parole sono un ringraziamento alle persone che mi sono vicine e credono in me, in particolare Laura con i suoi 1000 consigli!!!!!!!

Grazie amici miei...

Ivana

Eternità

 



Eternità






Novembre è un mese che invita alla riflessione. Il ricordo dei nostri cari non più presenti accanto a noi è ancora più vivo in questo periodo.

Ci ritroviamo spesso a pensare a loro con nostalgia e rimpianto ma anche speranza e gioia: felici di avere avuto accanto a noi per un tratto di strada persone straordinarie che ci hanno dato tanto.

Pensiamo alla nostra vita che avanza inesorabilmente verso la fine.

Difficilmente ci capita però di pensare che non è “la fine” quella che ci attende bensì “Il fine”: il nostro fine ultimo è quello di ritrovarci per la vita eterna e durante questa sfuggente vita terrena dobbiamo prodigarci per aiutare tutti i fratelli perché “quello che non avete fatto a uno solo di questi piccoli, non l’avete fatto a me” (Mt 25, 31-46).

Ecco perché non dobbiamo sprecare inutilmente il nostro tempo zigzagando fra pensieri oziosi, fra ripicche e cattiverie gratuite ma ricordarci che c’è tanto da fare in tutti i campi.

La nostra Associazione si dedica ai fratelli lontani di Etiopia ed Eritrea. A loro sono dedicati tutti i nostri sforzi per creare un ambiente umanamente sostenibile in quel dramma della povertà assoluta.

Pensiamo sempre ai bambini: soprattutto a loro che sono la speranza del futuro. A loro che potranno, se aiutati, dare un impulso di vita nuova ai loro Paesi.

Non esiste solo un mese missionario: siamo sempre tutti missionari durante tutto l’anno. Lavoriamo con costanza ed umiltà senza curarci degli ostacoli perché ci crediamo.

Aiutamoci allora vicendevolmente a dare testimonianza cristiana. Bruciamo i semi secchi che non producono frutto. Smettiamo una volta per tutte di spargere menzogne gratuite. Raddrizziamo la schiena e rimbocchiamoci le maniche in prima persona, senza addossare colpe inesistenti agli altri per il solo gusto di fare del male.

Perché siamo prima di tutto e sopra tutto cristiani con un fine di eternità.

Quelle t-shirt made in Africa

 



Quelle t-shirt made in Africa





 

La Cina si sta sviluppando. Aumentano i redditi. E per le multinazionali occidentali comincia a costare troppo produrre lì.

Meglio delocalizzare. Ancora più a Sud.

Il colosso svedese dell’abbigliamento H&M sta testando l’Etiopia come nuova frontiera per la produzione di abbigliamento low cost.

Infatti, al momento, è più conveniente produrre abiti in Etiopia che in Cina.

H&M non è la prima a guardare l’Africa in sostituzione della Cina e dell’Asia. Il colosso spagnolo dell’abbigliamento Zara da tempo produce in Nord Africa (Marocco e Tunisia).

Ma l’Etiopia non è l’ultima arrivata nell’industria del tessile e dell’abbigliamento. Grazie al cotone, soprattutto. I primi ad avviare delle fabbriche furono gli italiani, durante l’occupazione fascista nel 1939. Ora le cose sono un po’ mutate. H&M assicura che stanno costruendo stabilimenti con macchinari moderni. Ha aperto il suo ufficio ad Addis Abeba un anno fa e ora sta selezionando i fornitori locali.

Lo sviluppo dell’industria è uno degli obiettivi delle politiche del governo di Addis Abeba per trasformare un’economia ancora basata sull’agricoltura.

Gli svedesi di H&M non sono gli unici ad essersi accorti dell’Etiopia, nuova frontiera delle t-shirt a basso costo. Stanno arrivando i turchi, gli indiani e anche i cinesi perché conviene: il lavoro costa poco e la gente lavora sodo.

Purtroppo però la ricchezza è appannaggio delle società occidentali.

Ai produttori etiopi restano solo le briciole della ricchezza che creano.

Altre contraddizioni della globalizzazione.

 

(da Economia in bianco e nero- Nigrizia- Riccardo Barlaam/giornalista del Sole 24ore)

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