logo sito internet.jpg

BLOG

Dalla parte dei figli. Sempre




Dalla parte dei figli. Sempre.





Titolo bellissimo e ricco di significato. L’Avvenire del 15 settembre invitava a riflettere sul tema della famiglia.

Se ne parla, riparla e straparla: la famiglia è la base di tutto e poi non ci si mette più di un “amen” a divorziare, a separarsi.

I figli sono la nostra ragione di vita ma quando pensiamo di “rifarci” una vita accanto ad un’altra persona non ci mettiamo niente a scavalcare i diritti di queste creature che abbiamo messo al mondo.

Si sa: da che mondo è mondo il peso maggiore della cura dei figli è sulle spalle della donna. Le donne hanno una forza immensa perché il senso del sacrificio e della dedizione è nel loro DNA.

Vediamo di non approfittarne, signori uomini. Ricordate sempre che avete contribuito a scavare quelle rughe sul viso della vostra compagna, giorno per giorno.

E che dire della forza d’amare dei nonni? Rimettersi in gioco quando si potrebbe avere tutto il tempo per dedicarsi ai propri hobby, ai propri piccoli o grandi egoismi, o anche a progetti importanti... magari dopo una vita di sacrifici.

Anche qui lo stare dalla parte dei figli è fondamentale. Senza invadenze ma con una presenza costante e rassicurante, per aiutare a portare i fardelli dei piccoli, della casa, del lavoro. Dare una mano alle giovani coppie per cementare il loro rapporto, in serenità.

Anche questo è solo un atto d’amore, nient’altro che questo.

Leggo su Avvenire: “siamo al paradosso che i vescovi devono spiegare ai laici il valore civile della famiglia”.

Perché anche noi cristiani siamo disorientati dal caos mediatico, dalle proposte inaccettabili, a volte, propinate come soluzioni civili.

Ci si chiede: “che mondo lasceremo ai nostri figli” ma anche “che figli lasceremo a questo mondo?”.

Da qui tutte le riflessioni possibili sul nostro modo personale di intendere la bella esperienza quotidiana della famiglia. I tanti giorni qualunque che compongono la nostra vita. Tanti giorni da non sprecare ma da donare ricordando che comunque è nostro dovere stare dalla parte dei figli. Sempre.

                                                                                                                                                                          Gabriella

Blog porgi l'altra guancia


Il coraggio di porgere

l'altra guancia

ci fà grandi, non codardi



Durante una delle tante omelie, Papa Francesco, ha commentato le parole del Vangelo, quel “porgi l’altra guancia” ormai così poco di moda che è poi il significato assoluto del cristianesimo.

Quando qualcuno ti percuote una guancia e ti fa male, tu invece di rispondergli con un pugno devi porgergli l’altra, ha ricordato. Aggiungendo poi, moderno come solo un grande conoscitore dei tempi può essere, che certo è questo l’atteggiamento che più mette in ridicolo i credenti, “un classico per ridere dei cristiani”.

Abitiamo in un mondo dove “la logica normale ci insegna che dobbiamo lottare per difenderci e per difendere il nostro posto”, ha detto il Papa. Se prendiamo un pugno, ne ridiamo due. Ma la vera grandezza dell’uomo sta nel mostrarsi mite e generoso con gli altri, scevro da vendette e piccolezze miserabili. Chi porge l’altra guancia conosce la vera dignità, è superiore in tutto a chi lo colpisce. Non è codardo, è nel giusto.

Accidenti. Chi di noi, in una società molto infestata da squali, ladri e violenti lo fa davvero ancora?

Chi non si sentirebbe stupido quando, assalito da violenze o ingiustizie di qualunque tipo, non si ribellasse ma restasse impassibile?

Ci vuole coraggio, dico io, ci vogliono sapienza e grande umiltà. E ci vuole saggezza anche a ricordare, come ha fatto Francesco, che i bambini non si possono percuotere mai, nemmeno un buffetto sulla guancia, appunto, nemmeno uno scappellotto. “La guancia è dignità”, ha spiegato, “e qualunque forma di repressione è una deformazione dell’autorità". Quando il papà o il maestro devono dire “sono io quello che comanda”, è perché hanno già perso l’autorità.

Ho conosciuto diversi uomini dal grande potere che si fanno rispettare a suon di urla e minacce. Sono uomini piccolissimi, in verità, consci a tal punto della loro bassezza morale che si metterebbero in piedi su una seggiola pur di far sentire più lontano i loro strali. Uomini pavidi, impauriti dal mondo, incapaci di governare non soltanto navi, ma anche solo gommoni o zattere.

Le parole di Francesco ci riportano alle nostre reali proporzioni umane: abbiamo bisogno degli altri per essere uomini e donne.

Da soli, sul nostro trono immaginario, siamo nessuno.

(tratto da "La pagina del direttore" - Gente)

Blog Forse che si forse che no




Forse che si

Forse che no



Durante una visita al palazzo Ducale di Mantova, sono stata attratta, oltre che da meraviglie incredibili per bellezza e maestosità, da questa frase scritta nel labirinto disegnato sul soffitto di una stanza del Palazzo.

Pare che il marchese Vincenzo Gonzaga tenuto prigioniero dai turchi in un labirinto, ritornato a Mantova volle riportare questa frase a ricordo della sua prigionia, quando cercando disperatamente la via di uscita dal labirinto si ripeteva con ansia “Forse che sì forse che no”.

Tempi difficili quelli del Duca di Mantova, arrovellato da preoccupazioni su come potenziare il suo casato e come salvarsi dalle invasioni dei vicini.

Ma tempi duri anche i nostri, tempi di “crisi”, un termine però ormai abusato perché diventato un ritornello.

C’è la crisi di chi davvero ha perso il lavoro, non sa come sbarcare il lunario per mantenere la famiglia, è senza casa, è malato e si trova ad affrontare gli scogli della Sanità.
La crisi di chi si impastoia nelle burocrazie più assurde. Di chi si ritrova tutti i giorni a stringere la cinghia e i denti…

E la “crisi” di chi fa lo struzzo e nasconde la testa sotto la sabbia.

Tutto ciò mi riporta alla mente il testo di un vecchio motivetto scritto nel 1933, riportato in auge tempo fa da Gigi Proietti e quanto mai attuale.

Tutte quante le nazioni si lamentano così conferenze riunioni ma si resta sempre lì "Signori c'è la crisi...ohhhh...eh la crisi". Ma cos'è questa crisi...ma cos'è questa crisi... Rinunziate all'opinione della parte del leone e chissà...che la crisi passerà!"

Un riccone avaro e vecchio dice: ahimè così non và vedo nero nello specchio chissà come finirà... "ah la crisi...mmh la crisi mmmm"
Ma cos'è questa crisi... ma cos'è questa crisi...

Cali fuori il portafogli metta in giro i grossi fogli e vedrà... che la crisi finirà!

Andate a leggere il testo di questa canzonetta: è proprio interessante!
E noi: usciremo dal labirinto delle nostre crisi?.…forse che si, forse che no...

                                                                                                                                                                        Gabriella

Blog noccioline




Due milioni di bambini africani

salvati da una pasta di noccioline



L’arma più potente contro la malnutrizione dei bambini è una pasta alle noccioline chiamata Plumpy Nut e ideata da un pediatra francese nel 2005.

La sostanza salva la vita a due milioni di bambini ogni anno e ora potrebbe essere usata per prevenire i casi di denutrizione soprattutto perché viene prodotta negli stessi paesi africani colpiti dalla mancanza di cibo con conseguente risparmio di tempo e denaro.

Un’invenzione pari a quella della penicillina, secondo alcuni, che ha la sua forza nella semplicità della somministrazione: non serve un dottore, né un ospedale, nemmeno un frigorifero. I bambini possono mangiare la pasta di noccioline a casa senza bisogno che sia cucinata nè allungata con l’acqua.

Il prodotto una volta aperto non va a male. Gli ingredienti sono quelli base: latte in polvere, grassi vegetali, zucchero, vitamine e minerali.

La malnutrizione uccide un milione di bambini all’anno, 20 milioni quelli colpiti.

L’Unicef sta incoraggiando i Paesi africani a produrre il nutrimento in loco. Da quando è sul mercato molte morti sono state evitate. Oggi sono diciannove i produttori di Plumpy Nut, tra cui il Sudan, Haiti e il Burkina Faso. Alcuni lavorano in franchising con la compagnia francese Nutriset, altri invece confezionano una versione generica del prodotto.

In Niger l’unica fabbrica esistente, aperta tre anni fa, quest’anno produrrà abbastanza pasta per trattare trecentomila casi di malnutrizione: “Produrre in loco è fondamentale - dice all’Independent Ismael Barmou vicedirettore esecutivo della sede - se dovessimo importare Plumpy Nut perderemmo tre mesi di tempo. Noi dobbiamo pensare a fare in fretta. La pasta è incredibile, porta il bambino alla curva positiva in un attimo”.

Nel 2005 quando fu lanciata la pasta di noccioline venne data a sessantamila bambini colpiti dalla fame in Niger, il 90% guarì completamente. L’Oms diede la sua approvazione due anni dopo. Oggi la speranza è di darla ai piccoli prima che si ammalino.

(dal Corriere della sera del 25 agosto 2013)

Blog domani hanno deciso di bombardarci




Domani hanno deciso

di bombardarci




Pubblichiamo una toccante lettera scritta dalle sorelle trappiste di Azeir, piccola comunità in Siria che vive quotidianamente il dramma della crisi in atto.

Il sangue riempie le nostre strade, i nostri occhi, il nostro cuore

Lettera dalle sorelle trappiste di Azeir

«Vediamo la gente intorno a noi e pensiamo: “Domani hanno deciso di bombardarci”, "Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci dei gas che già abbiamo respirato?"»

Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…». «Il Signore dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte»… «ascolta o Dio la voce del mio lamento, dal terrore del nemico preserva la mia vita; proteggimi dalla congiura degli empi, dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare… Si ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli, dicono: “Chi li potrà vedere? meditano iniquità, attuano le loro trame. Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso”. Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a lui l’accordo del salmo e della lode, esaltate e invocate il suo nome. POICHE’ IL SIGNORE E’ IL DIO CHE STRONCA LE GUERRE. “Signore, grande sei tu e glorioso, mirabile nella tua potenza e invincibile”».

Guardiamo la gente attorno a noi, i nostri operai che sono venuti a lavorare tutti come sospesi, attoniti: «Hanno deciso di attaccarci». Oggi siamo andate a Tartous… sentivamo la rabbia, l’impotenza, l’incapacità di formulare un senso a tutto questo: la gente cerca di lavorare, come può, di vivere normalmente. Vedi i contadini bagnare la loro campagna, i genitori comprare i quaderni per le scuole che stanno per iniziare, i bambini chiedere ignari un giocattolo o un gelato… vedi i poveri, tanti, che cercano di raggranellare qualche soldo, le strade piene dei rifugiati “interni” alla Siria, arrivati da tutte le parti nell’unica zona rimasta ancora relativamente vivibile… guardi la bellezza di queste colline, il sorriso della gente, lo sguardo buono di un ragazzo che sta per partire per militare, e ci regala le due o tre noccioline americane che ha in tasca, solo per “sentirsi insieme”… E pensi che domani hanno deciso di bombardarci… Così. Perché “è ora di fare qualcosa”, così si legge nelle dichiarazioni degli uomini importanti, che domani berranno il loro thé guardando alla televisione l’efficacia del loro intervento umanitario… Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci dei gas che già abbiamo respirato?

La gente qui è davanti alla televisione, con gli occhi e le orecchie tesi: «Si attende solo una parola di Obama»!!!! Una parola di Obama?? Il premio Nobel per la pace, farà cadere su di noi la sua sentenza di guerra? Aldilà di ogni giustizia, di ogni buon senso, di ogni misericordia, di ogni umiltà, di ogni saggezza?

Parla il Papa, parlano Patriarchi e vescovi, parlano innumerevoli testimoni, parlano analisti e persone di esperienza, parlano persino gli oppositori del regime… E tutti noi stiamo qui, aspettando una sola parola del grande Obama? E se non fosse lui, sarebbe un altro, non è questo il problema. Non si tratta di lui, non è lui “il grande”, ma il Maligno che in questi tempi si sta dando veramente da fare.
Il problema è che è diventato troppo facile contrabbandare la menzogna come nobiltà, gli interessi più spregiudicati come una ricerca di giustizia, il bisogno di protagonismo e di potere come “la responsabilità morale di non chiudere gli occhi”… E a dispetto di tutte le nostre globalizzazioni e fonti di informazioni, sembra che nulla sia verificabile, che un minimo di verità oggettiva non esista… Cioè, non la si vuole far esistere; perché invece una verità c’è, e gli uomini onesti potrebbero trovarla, cercandola davvero insieme, se non fosse loro impedito da coloro che hanno altri interessi.

C’è qualcosa che non va, ed è qualcosa di grave… perché la conseguenza è la vita di un popolo. È il sangue che riempie le nostre strade, i nostri occhi, il nostro cuore. 

Ma ormai, a cosa servono ancora le parole? Una nazione distrutta, generazioni di giovani sterminate, bambini che crescono con le armi in mano, donne rimaste sole, spesso oggetto di vari tipi di violenza… distrutte le famiglie, le tradizioni, le case, gli edifici religiosi, i monumenti che raccontano e conservano la storia e quindi le radici di un popolo… Domani, dunque (o domenica ? bontà loro…) altro sangue. 

Noi, come cristiani, possiamo almeno offrirlo alla misericordia di Dio, unirlo al sangue di Cristo che in tutti coloro che soffrono porta a compimento la redenzione del mondo. Cercano di uccidere la speranza, ma noi a questo dobbiamo resistere con tutte le nostre forze. A chi ha un vero amore per la Siria (per l’uomo, per la verità…) chiediamo tanta preghiera… tanta, accorata, coraggiosa…

Chi c'è online

Abbiamo 201 visitatori e nessun utente online

Mappa Visitatori

Calendario Attività

Dicembre 2021
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Newsletter

Privacy e Termini di Utilizzo

Archivio Newsletter

Collaborano con noi

Piede_10.jpg

Questo sito utilizza cookie per rendere migliore la navigazione e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione "PRIVACY e COOKIE POLICY". "PRIVACY e COOKIE POLICY"