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La new entry






La new entry






Cara Valeria non vogliamo far parte della schiera di coloro che ti hanno detto, il 31 dicembre fatidico, “ma quanto sei fortunata, ma quanto ti invidiamo”…

Noi, sinceramente, eravamo in attesa di vederti libera dagli impegni di lavoro per dedicarti all’Associazione!

Non ci hai deluso: con la tua discrezione e quieta presenza hai subito dimostrato come non occorre fare mosse eclatanti per collaborare, come basta mettere a disposizione le proprie capacità con umiltà per dare aiuto.

E se la lontananza crea un po’ di problemi, pazienza, si troverà una soluzione anche a quello.

Buona pensione!

Gli Amici de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

Innamorarsi della vita



Innamorarsi della vita




Nella vita cerco di non avere pregiudizi e di ascoltare tutti. Alla mia età ritengo di avere abbastanza esperienza per riuscire a superare le “sirene ammaliatrici” e distinguere il bene in mezzo al fragore di tante voci.

Accendendo la TV durante un notissimo talent ho notato l’intervento di don Ciotti. Si rivolgeva ovviamente ai giovani. Il suo invito ad innamorarsi della vita dopo i tristi eventi di queste settimane con i suicidi di chi non ce la fa più. Mi ha colpito la sua espressione:

“ Avere la capacità di trasformare il NO in NOI”

Che bello fare nostra questa idea, calarla davvero dentro il nostro profondo e trasformarla in un progetto di vita.

Che bello che persone come don Ciotti in lotta da tutta la sua vita contro le mafie ci inviti ancora a credere in un mondo bello e possibile grazie alla solidarietà! E che usi tutti i canali per diffondere la sua idea, anche quelli della TV dei talent, disprezzati solo perché tali con giudizi affrettati anzi, a volte, solo per pregiudizi.

Con “Libera” don Ciotti ha costruito una grande impresa. Il suo obiettivo è alimentare quel cambiamento etico, sociale, culturale necessario per spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma d’ingiustizia, illegalità e malaffare. Un pensiero grande nato da un uomo di spessore.

Come continua a ripetere papa Francesco noi cristiani abbiamo il compito di riportare la speranza nel nostro mondo devastato. E don Ciotti è un eccellente esempio.

Trascrivo qui sotto una poesia ricca di significato che mi piace molto ascoltare perché è il testo di una canzone dei Modà, giovani che esprimono col canto i loro ideali.

“Eppure gioia, se penso che son vivo, anche in mezzo al casino.
Eppure gioia, se penso che da ieri, io sono ancora in piedi.
Pensare di star male è non avere rispetto, verso chi sta peggio, verso chi invece è già morto.
Distendersi su un prato e respirare la luce,
confondersi in un fiore e ritrovarsi a sentire, l'odore dell'estate,
la fatica delle salite, per apprezzarle meglio, quando saranno discese. “

Buona vita!

                                                                                                                                                                                     Gabriella

Valter


El Sciur Lino


Chi non conosceva ancora Lino qui a Bollate, ha avuto un’ottima occasione per farlo attraverso la nostra Associazione.

Il nostro Lino è un mago della pelletteria. Trasforma piccoli triangoli, rettangoli e avanzi di pelle colorata in portafogli, pochette, cinture, portachiavi...

Basta dargli il -la’- e Lino taglia, cuce, incolla…

Un portento di fantasia e buon gusto nell’accostamento di colori e disegni.

E che dire della cura per le confezioni? Scatole perfette chiuse con piccole cinture che riprendono i dettagli dei suoi manufatti.

Non dimentichiamo che Lino ha lavorato per grandi stilisti nel campo della moda quindi la sua bravura non è una sorpresa ma solo una conferma.

Grazie anche a te per essere dei nostri!

Gli Amici de Il Seme della Speranza o.n.l.u.s.

I cercatori di senso



I cercatori di senso




Ultimo incontro per i gruppi partecipanti alla formazione dei volontari in missione.

In una splendida giornata di primavera ci siamo ritrovati nel convento dei Cappuccini di Varese per una giornata di ritiro spirituale.

Padre Dino ci ha accompagnato in una meditazione profonda e toccante del brano evangelico dei due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35).

Tanti sono stati gli spunti di riflessione.

Con gli occhi impediti a riconoscere Gesù mentre si allontanavano da Gerusalemme, Cleopa e il suo compagno senza nome che incarna noi tutti, tornano al loro passato, non riconoscono il Messia e la sua rivoluzione. La loro mancanza di fede è ancora la nostra. Ma quando Gesù si svela spezzando il pane ecco che, animati dalla scoperta, corrono di nuovo verso Gerusalemme per comunicare agli altri che Gesù è veramente risorto.

La vita cambia. Ma non basta “passare delle informazioni” per cambiare. E’ necessario che questo messaggio tocchi il cuore e coinvolga la vita delle persone, occorre dare l’esempio di amore e condivisione.

Dio non è fuori dai nostri problemi reali: è nostro alleato. E se abbiamo provato la tentazione di sentirlo lontano, se siamo scappati a Emmaus, non è mai troppo tardi per ritornare a Gerusalemme. Gesù è misericordia, sempre.

Forse non abbiamo riflettuto abbastanza sul fatto inconfutabile che, una volta concepiti noi vivremo per sempre. Abbiamo il diritto/dovere di essere felici. Ma anche qui la scelta sta a noi perché saremo felici solo se realizzati senza sprecare il nostro tempo in modo banale.

Tutti noi abbiamo il compito di cercare sempre il senso della vita, a qualunque età, con l’aiuto della Chiesa, dell’Eucaristia, delle Scritture e dei sacerdoti che padre Dino definisce “cercatori di senso”.

E allora “resta con noi Signore perché si fa sera”, sappiamo che solo l’incontro con Te da senso alla nostra vita perché siamo figli della Tua resurrezione.

Senza titolo



Senza titolo






Seconda domenica dopo Pasqua: Festa della Divina Misericordia.

Nel ricordare che il Beato Giovanni Paolo II morì proprio alla vigilia della Giornata della Misericordia proprio da lui fortemente voluta, ci viene spontaneo riflettere sulla grandezza della Misericordia di Dio e sulla pochezza della misericordia umana.

Siamo bombardati dalle notizie dei suicidi di persone che, ormai persa ogni speranza, decidono di rinunciare alla vita.

Assistiamo con grande pena alle scene strazianti dei funerali di queste vittime della società e un interrogativo si fa strada nella mia mente.

Tutte le persone che gridano la loro impotenza e la loro sete di vendetta nei confronti delle Istituzioni e del mondo intero, davvero non si sono accorti che il loro vicino di casa viveva in questo stato di indigenza assoluta?

Nessuno si è accorto dello sguardo spento, gli occhi bassi, le borse della spesa vuote, il silenzio che “urlava” tracimando dai muri di quegli appartamenti?

Le luci sempre spente, la solitudine, l’abbandono, la rassegnazione… Eppure siamo pronti ad osservare i movimenti dei vicini…. magari guardiamo con un pizzico di invidia la macchina nuova oppure sentiamo le risate dei bambini che giocano in casa... le conversazioni a tavola, la Tv col volume un po’ alto…

La verità è che ognuno di noi è perso nei confini del suo orticello personale. Il senso di solidarietà che animava la vita dei nostri anziani si è perso per strada. Ascoltiamo con orecchio distratto e un po’ di fastidio i loro racconti: “ Ma nonno, se non avevi tu da mangiare dividevi il pezzo di pane col tuo vicino? Mandavi i tuoi figli a bussare alla porta della vicina con un piatto di minestra? Cosa avevi in testa?”

Siamo tutti responsabili: specialmente nei confronti di chi non chiede aiuto per un senso di dignità.

E’ vero: i soldi non dovrebbero fare la differenza tra il bene e il male.

E’ altrettanto vero che un po’ più di attenzione, camminare a testa alta e guardare negli occhi il fratello può invece fare la differenza tra la vita e la morte.

Papa Francesco invita sempre tutti a non abbandonare la SPERANZA. Sperare malgrado tutto è un atto di coraggio grandissimo. Possiamo farcela se non siamo soli.

In questo momento difficile cerchiamo in noi la forza per sperimentare la solidarietà e l’accoglienza dei fratelli.

Si, ce la possiamo fare.

                                                                                                                                                                                     Gabriella

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